venerdì 14 febbraio 2014

Vedo gli amici ancora sulla strada || loro non hanno fretta.

Ogni tanto uno si chiede cosa spinga una persona a cercare quello che non ha.
In realtà no, non ce lo si chiede se si ha qualcosa da fare, ma nei momenti in cui il cervello di Yahn non lavora per motivi validi, si mette a fare queste riflessioni. 
Perchè si cerca quello che non si ha?
E' una domanda banale e lui lo sa bene: perchè è così, perchè la vita non ti lascia tregua, perchè l'essere umano non ti lascia tregua, o Dio, o il caso, o il Karma.
Mentre gira per le strade meno lussuose di Capital City, la domanda sembra assumere una sfumatura più valida e dai contorni leggermente esasperati, come se a porla fosse una vecchia domestica stanca di fare le pulizie.
"Benedetto ragazzo, hai fatto il diavolo a quattro per uscire di qui, mi spieghi perchè ci torni?"
Il fatto che il suo cervello assuma la voce di una vecchia domestica stanca della vita dà da pensare, tra l'altro.
Yahn si guarda attorno e si sente stranamente a casa tra quelle strade, strade su cui si affacciano vetrine meno lussuose, ma semplicemente normali, strade con della sporcizia, strade in cui le persone possono girare vestite male o in preda a qualche sbornia.
Strade, insomma.
Non gli mancano, questo no, perchè sarebbe pazzo a sentire la mancanza di una cosa simile, ma in un certo senso ogni tanto sente il bisogno di tornare qui.
Il che è come dire che ne sente la mancanza, ma nella sua testa c'è tutta la differenza di questo mondo.
Convinto lui.
"Hai mica da accendere?" gli bofonchia qualcuno.
A lui ci vuole un poco di tempo per capire il senso della domanda: nei salotti bene è un classico sentire quel metodo di approccio, ma nelle strade e con quel tono biascicato tipico di chi non è sobrio da giorni, l'associazione con le manovre di rimorchio suona male.
Gli ci vuole molto meno per capire come rispondere, senza inchini, senza sorrisi, ma con una semplice scrollata di spalla, "Nope"
L'accento di Clackline gli fa calcare involontariamente sulla "p", ma l'uomo non pare esattamente abbastanza lucido da accorgersi della cosa.
Mentre quello si allontana bofonchiando qualche insulto (diretto a chi non si sa), il ragazzo si rende conto che basta davvero dannatamente poco per recuperare le vecchie abitudini.
Quanto gli ci vorrà per essere in grado di nuovo di prendere in mano un forcone e minacciare di infilzare con esso il petto di uno schiavo?
Potrebbe sconvolgere qualcuno dei suoi clienti, o probabili tali, vederlo mulinare un forcone imprecando in Escravit. La scenetta avrebbe anche qualcosa di comico: smoking, forcone e imprecazioni, ottimo.
La verità è che conosce la maggior parte delle persone che abitano da quelle parti e non ne conosce davvero nessuna. Quel posto è stato il Limbo dei suoi primi due anni a Horyzon e il ragazzo non è mai stato tanto lieto di andarsene. Se non fosse per il fatto che in questo momento ci vorrebbe tornare, rinchiudersi in una delle stanze povere per studenti o lavoratori in affitto e uscirne per il prossimo inverno.
Magari per quello ancora dopo.
Non conosce chissà quante strade, da queste parti, molte meno che nei quartieri per bene, ma le ricorda tutte e ricorda tutti i locali, tutti i bar, tutti i piccoli ritrovi in cui lui è sempre stato trascinato.
A quest'ora i suoi vecchi coinquilini saranno già a festeggiare non si sa cosa: basta poco, a loro, per celebrare, come l'affitto pagato, il lavoro che continua, un colpo di fortuna che altri definirebbero quotidianità.
Un altro punto di vista, qualcosa che, volente o nolente, a Yahn suona molto più famigliare.
"Benedetto ragazzo, stai davvero spiando la serata di alcuni tuoi conoscenti?"
E sto davvero ancora pensando con la voce di una petulante domestica? Forse l'idea di frequentare uno psicologo non era poi malvagia.
Un giovane più o meno suo coetaneo gli passa a fianco ridendo e tirando un'altra ragazza, forse più giovane, forse no. Il volto di lei gli è sconosciuto, ma quello di lui no: era un amico di amici, se ben ricorda, tale Garl... Domic...Daniel?
Forse Daniel è più probabile.
L'ha probabilmente visto ad una festa, in un appartamento come tanti altri, durante il classico giro di presentazioni, tra decine di strette di mano. Ricorda la sua voce, più che altro perchè rideva sempre, ad ogni singola battuta, in maniera sguaiata, ma sincera.
A quanto pare, quel modo di ridere faceva impazzire tutte le ragazze più giovani, cosa che lui non ha mai appurato.
Sì, va bene, sta spiando la serata di alcuni suoi conoscenti e tutto ciò è patetico, specie perchè potrebbe starsene in qualche locale delle strade bene.
Da solo.
Prima che la vocina petulante parta di nuovo, un'altro suono, questa volta reale, lo distoglie dal suo flusso ubriaco di pensieri.
"Hai da accendere?"
Stavolta un ragazzo della sua età, forse di qualche anno più grande, lucido o abbastanza esperto da riuscire a contenere la sbronza.
"Yep." di nuovo calca sulla "p" senza manco accorgersene, mentre tira fuori dalla tasca un accendino che si è ritrovato in omaggio dopo una delle tante serate di festa in uno dei tanti appartamenti.
"Ma sai che ne avevo uno uguale?"
Yahn scruta il giovane: conosce anche lui? Forse è lui Daniel, in effetti, Daniel aveva lo stesso naso schiacciato.
"Probabilmente te l'ho fregato io." risponde e il ghigno gli viene naturale, sul volto.
"Figlio di... offrimi da bere, va."
Yahn sa che il costo degli alcolici qui è parecchio basso: qualsiasi cosa prenderà l'altro, sarà davvero un prezzo equo per avergli fregato l'accendino. Perchè se lo porta ancora in tasca, poi?
"Right." probabilmente alla Casa inorridirebbero nel sentirgli chiudere tanto le vocali, ma le probabilità che lo riconoscano così conciato in un posto in cui i paparazzi non girano, ma al massimo si ubriacano, sono infime.
Ma Celia probabilmente gli farà una lavata di capo perchè domani mattina la sua persona trasuderà di odore di alcool e sigarette e questo non è fine.
Non lo è, in effetti, ma quando Daniel, o il tizio dal naso schiacciato, gli mette una mano sulla spalla e comincia a parlargli di qualche donna (o uomo, non si capisce) che lo sta tormentando, è troppo tardi per tornare nei quartieri bene, a fare la sua serata bene.
"Almeno vedi di non bere, benedetto ragazzo, perchè poi sa come va a finire."
Sì, è decisamente il caso di preoccuparsi.

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